di Stefania De Giorgi
foto Archivio WomenInnovation
Anche la seconda esperienza è andata a buon fine. Il flusso di visitatori è stato continuo e di tutte le età. Il coinvolgimento non è stato legato solo all’impatto visivo, ma ciascuno ha potuto sentirsi assorbito nella nuova impostazione di fruire una mostra. Woman Innovation:137 opere esposte provenienti da 15 paesi diversi, illustratori professionisti contattati tramite un bando su Facebook, illustrazioni realizzate da sette special guest che hanno dato al tema un’interpretazione personale. La realizzazione di un evento dal simile profilo – dal 17 ottobre all’8 novembre a Villa Bernasconi a Cernobbio – ha richiesto cooperazione, compattezza e soprattutto la fermezza di credere nel risultato. Le figure coinvolte nel progetto, ciascuna per la propria parte, hanno giocato un ruolo rilevante, senza esclusione di tutti coloro che si sono lasciati piacevolmente coinvolgere a titolo volontario. I meriti riconosciuti vanno all’ideazione dell’evento nata da un accordo fra il comune di Cernobbio con l’assessore Eleonora Galli e il sindaco Paolo Furgoni e la Cooperativa Sociale Biancospino della quale è presidente Michele Borzatta. Il contributo del Biancospino è stato rilevante, in quanto ha messo a disposizione totalmente le proprie risorse e ha dimostrato quanto si espande il concetto di cooperativa sociale. La direzione artistica della mostra “social art” è stata guidata da Elena Nuozzi e Anna Sfardini. Gli ingressi registrati nel periodo dell’evento sono stati 2600, gli speech dei venerdì con relatori d’eccellenza hanno riscosso un notevole consenso da parte del pubblico, così come i laboratori KidsLab.
Abbiamo lasciato al sindaco Paolo Furgoni il bilancio dei risultati.
Dopo la mostra evento WOMEN INNOVATION può ritenersi soddisfatto del riscontro che l’esposizione ha avuto?
Posso ritenermi soddisfatto, per noi è la seconda edizione di una mostra evento che si colloca nello spirito delle iniziative che vogliamo fare a Villa Bernasconi, cioè eventi di assoluta qualità come è stata la mostra e i gli eventi di varia natura ad essa collegati: work shop di alto livello e molto partecipati, approfondimenti con serate sul welfare, sulla figura femminile, laboratori per i bambini. Posso dire che è stato un successo per tutte le fasce di età e per tutti i livelli culturali. L’evento racchiude il modello che vogliamo continuare a implementare proprio in una location che si presta a iniziative del genere.
Pensa che questi progetti possano essere utile a far rivivere una location di un così raffinato pregio come Villa Bernasconi?
Sul compendio di Villa Bernasconi abbiamo scommesso molto, con l’info point, con il turismo, affiancando una caffetteria di alto livello qualitativo senza tralasciare il rapporto imprescindibile con il sociale comprendendo anche l’integrazione dei ragazzi disabili; tutto ciò sposa la bellezza e lo stile con un valore sociale significativo, così come la mostra Women innovation coniuga il bello e il raffinato anche con un messaggio importante.
Per il futuro si pensa di istituire un museo virtuale del Liberty per rendere viva la villa durante l’anno e fare dell’innovazione il parametro da sviluppare. Tutti i nostri propositi fra cui l’utilizzo di nuove tecnologie necessitano una costruzione nel tempo con le risorse economiche a disposizione.
Un luogo come Villa Bernasconi per mantenersi ha bisogno di un supporto esterno, quindi i partner sono molto importanti a partire dalla cooperativa Biancospino con la quale abbiamo organizzato l’evento. La sua vocazione è quella di essere utilizzata per eventi a pagamento come matrimoni o workshop aziendali, dai quali possono essere tratti sostentamenti economici per il mantenimento dell’edificio. Coniugare aspetti differenti, trovare un piano comune fra bello che sposa il sociale anche in maniera pratica regala sempre una forte emozione.