di Stefania de Giorgi
foto Archivio Cantieri Ernesto Riva, Stefano Pan, Stefano Pasini per Cesare Attolini S.p.a. e Living Brands
La scoperta di realtà affascinanti sul lago di Como è inesauribile. Una terra che racconta storie molto spesso legate all’acqua del lago. Nel 1771 Giovanni Riva apre a Laglio una bottega per la costruzione di piccole barche in legno, con il susseguirsi delle generazioni il Cantiere Ernesto Riva è divenuto emblema del Lario. Un’attività che ha custodito i valori e l’impostazione lavorativa per otto generazioni, mantenendo intatta tutta la passione delle origini, così come il fondatore l’ha tramandata. Daniele Riva, erede di questa tradizione e rappresentante della famiglia, ci racconta tutto questo in un’ intervista, che spazia dalla lontana storia dei suoi avi, fino ai desideri di un imprenditorie che ha saputo conservare intatte abilità e capacità antiche di due secoli e mezzo.
Quando e come inizia la storia del cantiere?
Nella sua bottega a Laglio, il mio avo, Giovanni Riva cominciò a costruire battelli e piccole imbarcazioni che erano utilizzate da pescatori e da commercianti. Successivamente suo nipote Pietro Riva si trasferì a Sarnico sul lago d’Iseo e avviò un’attività simile ma più imprenditoriale.
Il cantiere di Laglio, invece, ha continuato l’opera del grande maestro d’ascia, tramandando alle generazioni successive passione e sapere. Oggi, sono custoditi come preziosi cimeli storici, ancora intatti, tutti i registri, le commesse di tutte le barche che sono state costruite con relativi progetti originali. La bottega, dove tutto ebbe inizio, viene ancora oggi chiamata, “sciostra” nel dialetto del lago. Mio padre, Ernesto Riva, ha cominciato ad avvicinare l’attività di famiglia nel mondo della nautica da diporto per la quale rimane come icona il Dinghy 12’, uno scafo di progettazione inglese realizzata in legno di mogano.
Cosa è cambiato nelle generazioni che si sono succedute e hanno fatto crescere il mito del cantiere Ernesto Riva?
La filosofia del cantiere è rimasta immutata, la cura e l’attenzione nelle lavorazioni è sempre la stessa e il materiale utilizzato è rigorosamente il legno. Io ho sempre partecipato attivamente alla realizzazione delle barche, mettendo in pratica tutte le tecniche e i segreti che ho imparato in questi anni.
Oggi, alla sede storica di Laglio abbiamo aggiunto alcuni capannoni nel comune di Maslianico per ampliare la disponibilità di spazio che ci consente di svolgere attività diversificate, come il rimessaggio, il restauro di imbarcazioni d’epoca e la costruzione ex-novo di barche, che molto spesso, ci vengono commissionate da estimatori. All’artigianalità nelle realizzazioni delle componenti, ci vengono incontro le macchine a
controllo numerico che contribuiscono ad un’accelerazione dei processi di lavorazione, ma l’attenzione e la cura per i dettagli rimane sempre la stessa.
Quanto è stato importante il territorio per la crescita del cantiere?
Il territorio ci ha dato una mano, la facilità di reperire la materia prima nelle immediate vicinanze non è da sottovalutare. L’ industria mobiliera della Brianza, ci ha consentito di avere a disposizione le più svariate essenze legnose. Le aziende che producono materiali metallici ci hanno fornito l’utensileria più sofisticata e anche l’industria tessile ha fatto la propria parte per i rivestimenti.
Quali essenze legnose vengono utilizzate per la realizzazione delle imbarcazioni?
Un tempo, le essenze legnose che venivano utilizzate erano quelle derivanti da piante autoctone come il castagno, il larice, il frassino, attualmente vengono utilizzate anche essenze d’importazione. Il trattamento e la manutenzione dei natanti del lago è molto impegnativa, quasi quanto la loro costruzione.
Quali sono i progetti per il futuro di Daniele Riva, Maestro d’ascia e imprenditore?
Un mio desiderio sarebbe quello di diffondere la tradizione e i segreti di un mestiere cosi affascinante, soprattutto avvicinare i giovani attraverso laboratori e visite nella vecchia bottega di Laglio. Abbiamo in cantiere un progetto importante che vedrà la luce nei prossimi mesi.
Cosa ne pensa e quali potenziali intravede nel turismo e nel turismo nautico per il Lago di Como?
La passione per queste imbarcazioni sdogana i nostri confini e per esperienza posso affermare che gli appassionati sono una nicchia, ma dal potenziale davvero interessante.